Il Deutscher Corporate Governance Kodex e l’aggiornamento del 2022
di Mario Iannuzziello, Dottore di Ricerca in Diritto penale
L’ordinamento tedesco non conosce un sistema di responsabilità da reato degli enti, come quello delineato in Italia dal d.lgs. n. 231/01, ma cionondimeno la compliance gioca un ruolo determinante nella prevenzione dei rischi legati all’attività d’impresa, dove un posto di primo piano è occupato dal Deutscher Corporate Governance Kodex (DCGK) e dalla Commissione istituita dal Ministero federale della Giustizia, che dal 2001 lo aggiorna ogni anno.
Questo codice, infatti, da un lato formula delle regole generali di organizzazione e gestione per facilitare le imprese, in particolar modo le società per azioni quotate in borsa, ad adeguarsi alle leggi federali e dall’altro raccoglie nuove best practices e nuovi standard internazionali di compliance, che così divengono accessibili e vengono diffusi presso la platea di riferimento. Queste regole, poi, vengono codificate tramite i venticinque principi su cui è costruito il DCKG e il suo aggiornamento annuale, poi, permette di evitare che l’ente si conformi a regole anacronistiche e di agevolare una compliance corrispondente all’attualità normativa.
Il DCKG è un atto di soft law, che, però, viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale federale e tale pubblicazione fa acquisire validità (Gültigkeit) alle raccomandazioni e ai suggerimenti ivi contenuti. Questa partizione delle regole di compliance si spiega in ragione del Comply or Explain approach a cui si ispira il codice. Attraverso la dichiarazione di conformità prevista dall’art. 161 della legge tedesca sul diritto societario l’ente che si discosti da una raccomandazione deve spiegarne le ragioni, che, invece, non sono richieste quando non viene osservato un suggerimento.
L’aggiornamento del 2022, preceduto – come di consueto – da una consultazione aperta a imprese, associazioni, accademici e professionisti, si focalizza sulla Sustainable Corporate Governance, sulla trasparenza del sistema dei controlli interni e del risk management e sulla parità di genere nella corporate governance.
Viene, infatti, raccomandato al Consiglio di Amministrazione di individuare e valutare sistematicamente l’impatto sociale ed ecologico dell’attività d’impresa e di inserire tra gli obiettivi aziendali anche quelli dello sviluppo sostenibile, facendoli così propri. Del resto, nella prefazione al DCGK, vi è un esplicito riferimento ai principi dell’economia sociale di mercato, di cui questo sistema di compliance pare espressione.
Questi obiettivi, di conseguenza, divengono oggetto anche dei controlli interni e del risk management, con la precisazione che debbono osservarsi “soweit nicht bereits gesetzlich geboten” (§ A.3) e con la raccomandazione che su questi vigili il Supervisory Board e che siano valutati dall’Audit Committee.
L’entrata in vigore nel 2021 della Finanzmarktintegritätsstärkungsgesetz (FISG) e della Zweites Führungspositionen-Gesetz (FüPoG II), poi, ha portato a introdurre nel codice altre importati novità.
La prima legge, infatti, ha innovato i parametri della due diligence, prevedendo, fra le altre cose, il rafforzamento del sistema dei controlli interni, una modifica alla disciplina di bilancio e all’Audit interno. La seconda, invece, introduce norme per garantire la parità di genere nei consigli di amministrazione e di sorveglianza delle società quotate in borsa e delle partecipate pubbliche.
Di conseguenza, il DCGK 2022 interviene da un lato sulla composizione e sui poteri del Supervisory Board nonché sui requisiti per i suoi membri e disegna anche una procedura dove il rapporto informativo con il Management Board si muove in maniera sinergica con l’attività d’impresa. Dall’altro, poi, prescrive alle imprese di garantire la parità di genere in ambedue questi Board in maniera compliant tanto a quanto stabilito dalla legge federale quanto alle raccomandazioni del codice.
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